La casistica è piena di autoguarigioni spontanee ma i medici le ignorano. Eppure la medicina convenzionale si sta rivelando sempre più fallimentare. Ecco perché la Naturopatia è la soluzione…

Come naturopata, non mi trovo d’accordo con le strategie soffocanti della medicina convenzionale. Se fate caso al nome dei farmaci più in uso oggigiorno vi accorgerete che gran parte di essi cominciano con il prefisso “anti”. Ci sono gli antipertensivi, gli antispastici, gli antidepressivi, gli antiansia, gli antiacido, gli antistaminici, gli antiaritmici, gli antitosse, gli antipiretici, gli antinfiammatori, oltre ai beta-bloccanti e agli antagonisti degli H2-recettori, etc.. In realtà, questa la chiamerei un’ “anti-medicina” , cioè una medicina per sua natura aggressiva e soffocante. C’è da chiedersi: cosa non va in questo sistema? (fermo restando che se la febbre supera certi valori, o se si è preda di una forte crisi allergica o altri tipi di crisi acute, è chiaro che questi sintomi vanno combattuti con interventi di pronto soccorso).

Personalmente non mi oppongo all’uso di terapie a breve termine nel caso si debbano affrontare situazioni molto gravi, ma è ormai lampante che ricorrere all’uso di queste misure di intervento come unica strategia curativa per risolvere le malattie, soprattutto quelle croniche, crea una serie di problemi. Non sarebbe meglio potenziare le risposte immunitarie del corpo favorendo l’autoguarigione?

1) I farmaci sono tossici

In primo luogo, per loro natura, i farmaci sono armi potenti e tossiche e oggi si conoscono bene gli effetti collaterali, spesso invalidanti, dati dalla loro tossicità: quindi con le terapie farmacologiche si espone il paziente a delle condizioni di rischio. Conosciamo bene, ad esempio, gli effetti a distanza di terapie come i cortisonici, gli antibiotici somministrati per molto tempo o gli effetti devastanti delle cure anti-tumorali.

2) Alcune terapie rafforzano la malattia

Il secondo problema, secondo me più grave e più preoccupante, è la possibilità che a lungo andare le terapie che sopprimono i sintomi rendano la malattia più aggressiva, invece di debellarla. Molti ricercatori sono oggi (ma anche nel secolo scorso) concordi nel ritenere che la soppressione dei sintomi visibili della malattia possa causarne un’involuzione, dirigendola verso organi più vitali. È il caso di molte malattie autoimmuni, delle allergie, ma anche delle patologie polmonari croniche e dei tumori. Pensiamo ad esempio alle eruzioni cutanee curate con gli steroidi: i corticosteroidi, potenti ormoni antinfiammatori, oggi sono prescritti perché ritenuti molto efficaci nel sopprimere le eruzioni cutanee, e finché vengono usati i sintomi sono sotto controllo, ma una volta sospesi la malattia si ripresenta di solito più aggressiva. Eppure questi farmaci sono ormai “da banco” e venduti senza ricetta.

La malattia non guarisce ma semplicemente viene tenuta a bada, diventa sempre più forte per poi manifestarsi con maggiore vigore appena i mezzi di controllo esterni vengono meno.

Quando i corticosteroidi vengono somministrati per lunghi periodi il loro potere di soppressione dei sintomi e la loro tossicità aumentano. Questi sono solo alcuni esempi, che dovrebbero far comprendere che la strada intrapresa dalla medicina “moderna” non è quella giusta

Oggi sappiamo che il nostro corpo ha una capacità di rigenerarsi, la potenzialità di autoguarigione straordinaria, se solo si riuscisse a far leva sulle sue enormi risorse.

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Alcuni casi di autoguarigione

Negli ultimi anni sono stati descritti molti casi di autoguarigione estremamente strani, che sono stati catalogati come quasi dei miracoli. Vi faccio qualche esempio tra i tanti che sono stati riportati da medici di tutto il mondo e citati sul libro di Andrew Weil “Guarire da soli”:

  1. Un uomo malato di cancro ai polmoni viene mandato a casa. La medicina, gli dicono, per lui non può far niente. Sei mesi dopo, l’uomo si ripresenta nello studio del medico che lo aveva in cura: il tumore è scomparso.
  2. Una giovane donna diabetica, forte fumatrice, giace in un’unità coronarica in stato di incoscienza colpita da un esteso infarto del miocardio. Il medico, data la gravità del suo stato, dispera di salvarla, ma il giorno dopo la donna riprende conoscenza ed è in grado di parlare. Migliora velocemente e successivamente sarà dimessa.
  3. Un ragazzo entra in coma dopo un incidente in moto, e riporta un grave trauma cranico. Il neurochirurgo dice ai genitori di prepararsi al peggio. Oggi il ragazzo è in ottima forma, perfettamente ristabilito.

Molti dottori potrebbero raccontare almeno una storia di questo genere, una storia di autoguarigione spontanea.

Se cercate, voi stessi potete trovare certamente altre storie di autoguarigione. Ma gli studiosi non si danno la pena di ricercare il perché, non cercano di capire. Per gran parte di loro sono solo delle “storie” e non vengono prese sul serio, e tanto meno studiate o considerate come una fonte di informazioni sul potenziale di cui il nostro corpo dispone per autoguarirsi. Eppure nel corso dei secoli l’uomo è sopravvissuto a lunghissimi periodi in cui la medicina, di qualunque tipo, non esisteva. Segno che in ogni caso il nostro corpo ha la capacità di autoguarirsi e rigenerarsi.

Pensate solo a come si ripara la pelle: perché questa capacità non dovrebbe essere di altri organi?

Autoguarigione: si può?

Un pensiero su “Autoguarigione: si può?

  • 30 Settembre 2015 alle 19:02
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    Tutto molto interessante, complimenti! Mi è stata diagnosticata una cistite interstiziale, pare non esistano cure, ma io credo di poter migliorare fortemente. La malattia è comparsa in un periodo di forte stress lavorativo. L’atteggiamento mentale e l’alimentazione sono importantissimi per combatterla, oggi per fortuna va tutto meglio, ho cambiato ufficio 🙂 Spero di documentarmi di più sui temi da te trattati. Arianna

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