È uno degli antinfiammatori più comuni, a volte assunto come prevenzione di malattie cardiovascolari. Scopriamo gli effetti collaterali dannosi dell’aspirina che superano gli effetti benefici.

Aspirina

Il principio attivo dell’aspirina è l’acido acetilsalicilico, una molecola ottenuta sinteticamente dall’acido salicilico, contenuto in natura nella corteccia di salice nota fin dall’antica Grecia per le sue proprietà analgesiche febbrifughe e lenitive.

L’ acido acetilsalicilico è considerato il capostipite dei FANS (antinfiammatori non steroidei) , ed il suo meccanismo d’azione è riconducibile all’inibizione delle prostaglandine 2 e 3, e di alcune citochine mediatori della flogosi (infiammazione) e della permeabilità delle membrane cellulari.

L’ acido acetilsalicilico, inoltre, è dotato in particolare di una spiccata attività antiaggregante piastrinica e per questo motivo viene utilizzato nella terapia di prevenzione di molte patologie cardiovascolari. A parte questo, esso viene impiegato soprattutto per lenire sindromi dolorose di lieve e media entità: cefalea, emicrania, nevralgie, stati febbrili, dolori muscolari, e articolari.

Uno dei motivi per cui i medici raccomandano l’assunzione di un’aspirina al giorno è la prevenzione di attacchi di cuore o di ictus. Infatti, in un’analisi combinata i ricercatori hanno scoperto che coloro che facevano uso regolare di aspirina erano il 10% più protetti dal rischio di subire un evento cardiaco degli altri, e il 20% in meno di probabilità di avere un attacco cardiaco non fatale.

L’assunzione di aspirina è sempre giustificabile?

Sembra di no, perché lo studio dimostra che i rischi legati all’assunzione di aspirina regolare supera i benefici.

Intanto c’è da dire che, dato che l’aspirina è un farmaco da banco, la gente è propensa a pensare che in fondo non sia pericolosa.

La verità è che si tratta sempre di un farmaco con effetti collaterali anche gravi, e va assunta sempre sotto consiglio medico.

L’effetto collaterale più grave, a parte un’ eventuale allergia al principio attivo, è sicuramente il forte effetto antiaggregante piastrinico che aumenta con l’assunzione a lungo termine (l’aspirina ha un effetto anti-piastrinico che dura tre giorni: per tre giorni il lavoro delle piastrine viene inibito!). Questo determina un aumento del rischio di emorragie non indifferente.

Quindi, per prima cosa, raccomandarlo per i dolori mestruali, cioè quando è già in atto un’emorragia, è inappropriato.

Gli ultimi studi sull’aspirina

Sono stati fatti molti studi sul principio attivo dell’aspirina, in realtà molto discordanti fra loro. C’è chi dice che previene il cancro, chi dice che previene l’infarto, anche nei soggetti sani, chi dice infine che fa male perché comporta rischi emorragici non indifferenti. Io mi limiterò a riportarvi le ricerche più recenti sull’argomento.

+ 30% probabilità di emorraggia

L’anno scorso alcuni ricercatori di Londra hanno analizzato nove studi randomizzati di uso di aspirina negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone che comprendeva più di 100.000 persone. I soggetti non avevano mai avuto ictus o insulti cardiaci; questo per determinare eventuali benefici del farmaco su persone non affette da cardiopatie. Il risultato è stato che i consumatori di aspirina, rispetto a quelli che assumevano il placebo, registravano il 30% circa in più di probabilità di soffrire di un evento grave di tipo emorragico soprattutto a livello gastrointestinale, un effetto collaterale piuttosto frequente che mette in pericolo la vita di una persona e che si manifesta in caso di uso regolare di aspirina. In più, il rischio di morte complessivo nel corso dello studio era pressoché identico tra i consumatori di aspirina e gli altri che assumevano placebo.

L’uso di aspirina più dannoso che utile

Per quanto riguarda invece i precedenti studi sulla capacità dell’acido acetilsalicilico di “prevenire” alcune forme di tumore, la nuova analisi non sembra aver dimostrato a tal proposito alcun beneficio. Questo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Archieves of Internal Medicine”. Il dott. Sreenivasa Seshasai del Centro Ricerche Scienze Cardiovascolari a San Giorgio, presso l’Università di Londra, ha dichiarato:

“Siamo stati in grado di dimostrare in maniera abbastanza convincente che, nelle persone sane di cuore o senza precedenti attacchi di ictus, l’uso regolare di aspirina può essere più dannoso che utile”

La ricerca dimostra inoltre che, tra gli individui che hanno subito un attacco di cuore, l’uso dell’aspirina “potrebbe” portare dei benefici , riducendo il rischio di un altro evento simile di circa il 20-30%. Lo stesso dicasi per le donne che hanno avuto un ictus causato da un coagulo di sangue.

Aspirina fa male

In definitiva a chi è sano direi di andarci cauti: le terapie a base di aspirina dovrebbero essere valutate caso per e a seconda dei fattori di rischio individuali e dell’anamnesi familiare, soprattutto evitando automedicazione, e sempre sotto controllo medico.

A chi soffre di cardiopatia direi di valutare sempre i rischi collaterali, senza dimenticare che nella prevenzione delle affezioni cardiache entrano in gioco molti fattori, come una sana e bilanciata alimentazione che prevenga il rischio di obesità, regolare attività motoria, diminuzione dei livelli di stress, fumo e alcol, per tenere sotto controllo ipertensione arteriosa, diabete e colesterolo.

Non dimentichiamo poi che il principio attivo dell’aspirina, l’acido acetilsalicilico, è contenuto in molti preparati da banco e negli ultimi anni il suo consumo è andato aumentando sempre più nella popolazione mondiale. Di pari passo anche i casi di emorragie da farmaci. Anche se il principio attivo dell‘aspirina proviene dalla corteccia di Salice, va detto che l’assunzione di quest’ultima come avveniva anticamente tra i Greci o gli indiani d’America, non crea gli stessi effetti antiaggreganti del principio attivo sintetico. Nella pianta infatti sono contenuti dei componenti che disattivano l’effetto deleterio che ha invece l’aspirina, pur conservando gli stessi effetti antinfiammatori. Questo sta a dimostrare una volta di più quanto la Natura sia perfetta e inimitabile

Ricapitolando sull’aspirina

  • L’aspirina e i farmaci simili comportano un significativo rischio di sanguinamento. Questo può essere insidioso , non subito evidente e tale da causare seri danni col tempo. Anche gli altri FANS vanno presi con moderazione poiché anch’essi gastrolesivi.
  • Informate il vostro medico se ne fate uso.
  • Interrompete l’assunzione di aspirina in caso di intervento chirurgico.
  • Tenete sotto controllo i valori ematici facendo regolarmente analisi del sangue.

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Aspirina? Più dannosa che utile

Un pensiero su “Aspirina? Più dannosa che utile

  • 19 Dicembre 2014 alle 18:40
    Permalink

    Buonasera,
    sono un pensionato di 70 anni. Da circa cinque anni, causa alti livelli di colesterolo e trigliceridi, sto assumendo una pillola al giorno di cardiospirina 100 mg. e di provisacor 5 mg.
    Ultimamente ho rifatto le analisi del sangue e i valori delle piastrine (PLT) si è ulteriormente abbassato: 127 nel 2011, 124 nel 2013 e 109 nel 2014.
    Il mio medico mi detto che tale abbassamento è causato dall’assunzione della cardiospirina e ha consigliato di sostituirla con un altro prodotto simile.
    Per un quadro completo riporto gli altri valori fuori norma riscontrati ultimamente sono:
    MCH: 31,7; MCHC 32,2; MPV 13,3; PDW 70,5; Bilirubina Totale 1,4 e Biliribunia Indiretta 1,2.
    I valori di colesterolo e trigliceridi sono nella norma.
    In passato non ho avuto nessun altro problema di tipo cardiaco o vascolare.
    La mia domanda è se la causa di tale abbassamento è da addebitarsi alla cardioaspirina e se eventualmente devo fare altri tipi di esami o accertamenti.
    Grazie per la gentile risposta.
    Invio cordiali saluti e tanti auguri per le prossime festività natalizie.
    Gregorio

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