Leggendo la composizione dell’olio di palma scopriamo che non è il grasso peggiore che troviamo nei prodotti industriali.

la bufala dell'olio di palma cancerogeno diventa psicosi di mass

L’olio di palma fa male? Si è scatenata una vera e propria ondata di terrorismo mediatico sul web a proposito dell’olio di palma e dei suoi disastrosi effetti sulla salute.

La gran parte dei consumatori sembra avere le idee un pò confuse quando si tratta di dover acquistare prodotti industriali contenenti la dicitura “olio di palma”.

E’ venuto il momento di fare chiarezza sull’argomento, dopo aver assistito a deliri veri e propri, e visto che la massa dei consumatori ancora preferisce comprare prodotti con la margarina (dei cui pericolosi effetti nessuno parla, eppure è usata in tutte le pasticcerie per dolci e biscotti), piuttosto che l’olio di palma.

Conosci la differenza tra l’olio di palma e l’olio di palmisto?

Tutto comincia da un frutto, quello dell’albero di palma, che, se tagliato in due, mostra due sezioni totalmente diverse:

  • la parte più esterna, piuttosto polposa, di colore arancione intenso, contiene carotenoidi, tra cui il beta-carotene che è il precursore della vitamina A.
  • la parte più interna, invece, è di colore bianco, e di fatto è il nocciolo del frutto.

Da tutte e due queste parti però si ricava un olio, poiché entrambe sono di derivazione lipidica.

Dalla polpa arancione si ricava quello che comunemente viene chiamato olio di palma, che personalmente non crea grandi preoccupazioni, e poi capirete il perché. Dalla parte centrale, quella bianca, si ricava quello che viene definito olio di palmisto, che, come molti di voi non sanno, è il vero pericolo nutrizionale. Cerchiamo di capire bene la differenza:

OLIO DI PALMA E PALMISTO: COMPOSIZIONE
OLIO DI PALMA OLIO DI PALMISTO
GRASSI SATURI 49% 82%
GRASSI MONINSATURI 37% 14%
GRASSI POLINSATURI 10% 3%

Osservando questa tabella balza subito agli occhi la sostanziale differenza tra l’olio di palma e l’olio di palmisto. In entrambi prevalgono i grassi saturi, ma se quello di palma arriva al 49%, quello di palmisto è quasi tutto saturo. In quello di palma troviamo anche un 37 % di acido oleico, per intenderci quello mono-insaturo dell’olio di oliva così benefico per la salute, e per finire un 10% di polinsaturi (acido linoleico cioè grassi omega 6). L’olio di palmisto invece è ricco di grassi saturi, contiene pochi mono-insaturi, e quasi niente polinsaturi. La differenza tra i due è palese. Tale differenza rende fruibile l’olio di palma, anche perché i suoi saturi sono di buona qualità e lo andremo a verificare, mentre il secondo è sbilanciato totalmente nelle sue componenti ed in più, come vedremo, i suoi saturi sono poco affidabili. Ciò rende l’olio di palmisto pericoloso per la nostra salute.

Una piccola premessa sui grassi saturi

Prima di addentrarci nella composizione dei grassi saturi c’è da fare una premessa.

Ci hanno raccontato per anni che i grassi saturi fossero “IL MALE”, ma non è così, non tutti sono dannosi, anzi.

In realtà c’è tutta una letteratura sui grassi a catena corta che hanno benefici effetti antinfiammatori e la ricerca li sta studiando per patologie come la diarrea, la colite ulcerosa e il morbo di crhon. Senza contare che i grassi saturi non ossidano le cellule, ammorbidiscono le membrane cellulari, che ricordo sono il cervello della cellula, composte esse stesse da colesterolo. Di colesterolo sono fatte molte strutture organiche del nostro corpo e in grassi saturi si trasformano anche quelli insaturi una volta ingeriti, per precisione in acido stearico, che è quello che usa il nostro organismo per incorporare le riserve necessarie e sintetizzare tutte quelle funzioni che necessitano di lipidi. l’acido stearico è un potente aterogeno, e si trova soprattutto in fonti animali ma anche nei grassi vegetali, come nel burro di cacao o nel burro di karitè. A livello epatico l’acido stearico subisce un processo di desaturazione grazie ad un enzima che si chiama stearoyl-CoA- desaturasi, e si trasforma in acido oleico. Se anche noi ingerissimo solo acidi grassi monoinsaturi, questi verrebbero convertiti in acido stearico che è un grasso saturo, per poi incorporarlo nei trigliceridi e metterlo da parte. Tutto questo per una ragione che può sembrare banale ma non lo è: il nostro corpo ha una temperatura media di 37 gradi centigradi, e con questa temperatura i grassi nel nostro corpo non si solidificherebbero ma rimarrebbero liquidi, e non ci sarebbe un’equa distribuzione dei grassi nel corpo ma finirebbero per colare verso il basso del corpo, ve lo immaginate?

Quindi non demonizziamo tutti i grassi saturi, poiché sono indispensabili alla salute del nostro corpo.

L’acido palmitico , il C-16, è invece un grasso neutro che viene trasformato abbastanza facilmente in acido stearico, in tal senso, non è così preoccupante. Quelli a catena media invece, come l’acido laurico e l’acido miristico, sono nutrizionalmente i peggiori poiché sono molto più aterogenici, e quindi se ce ne sono troppi possono creare seri problemi a livello circolatorio.

Olio di palma vs olio di palmisto: evitiamo gli allarmismi

Alla luce delle informazioni sopra riportate, diamo un’occhiata alla seguente tabella:

Ora, osserviamo la distribuzione della composizione dei grassi saturi nell’olio di palma (palm oil), e nell’olio di palmisto (palm kernel oil). Possiamo notare che nel primo prevale l’acido palmitico, che lungi dall’essere la panacea di tutti i mali, non è di fatto così pericoloso come spiegato in precedenza. Troviamo poi un po’ di acido stearico – innocuo –  e nulla o quasi di quelli cattivi a catena media, miristico e laurico, che invece abbondano nell’olio di palmisto, il quale non solo abbonda in grassi saturi sul totale, ma anche di pessima qualità. Ne consegue che sarà bene tenersi lontano dall’olio di palmisto, leggendo bene le etichette dei prodotti.

Olio di palma vs burro: preferite sempre il secondo

L”olio di palma fa male? Certamente non è da demonizzare ma non è mai da preferire al burro.

Quindi, nella dieta quotidiana vanno sempre scelti i prodotti che contengono il burro piuttosto che l’olio di palma. L’olio di palma contiene acido oleico e i saturi di cui è composto non sono tra quelli più preoccupanti; in più, in una forma spremuta a freddo, contiene anche carotenoidi. Voi direte, ma quello che viene usato è raffinato! Vero, ma è la stessa differenza che passa tra l’olio extravergine di oliva spremuto a freddo e quello raffinato poiché meccanizzato: la composizione chimica rimane comunque la stessa.

Olio di palma, 6 consigli per la spesa quotidiana

  1. Attenzione alla quantità di cibo industriale che ingerite. L’importante è la scelta della qualità dei grassi mangiata in una giornata: quelli buoni devono sempre prevalere. Cercate sempre di mangiare cibi naturali, non troppo raffinati, non troppo “industriali”. Le vostre cellule vi ringrazieranno.
  2. Assumete prodotti con olio di palma con moderazione. Nessuna paranoia per l’olio di palma cancerogeno o dannoso per la salute, ma attenzione alla quantità, assumiamolo con moderazione
  3. Preferite sempre i prodotti con olio di palma rispetto ai prodotti con la margarina! È decisamente migliore e molto meno tossico per la salute. Diffidate anche della dicitura “Margarina, grassi non idrogenati”. La margarina è SEMPRE idrogenata!
  4. Preferite sempre i prodotti con olio extravergine d’oliva o burro rispetto a quelli con olio di palma. Ricordate che la scelta migliore per i prodotti da forno, pasticceria o quant’altro, è sempre l’olio extravergine o il burro, che tra l’altro contiene un 40% di acido oleico (lo sapevate?), 20% di palmitico, 10% di stearico, più una parte d’acqua, ca. il 15%, che abbassa la conta calorica, a parità di peso, rispetto agli olii, che sono tutti lipidi.
  5. Attenzione all’olio di palmisto! Ad un occhio poco attento può sembrare la stessa cosa ma non lo è: controllate bene le etichette.
  6. Diffidate della dicitura “olii vegetali”. Se trovate menzioni più vaghe, tipo “ olio vegetale tropicale. Oli vegetali, diffidate: potrebbe trattarsi di olio di colza, di cocco ( ancora peggio!) o oli vegetali trans. Grassi molto pericolosi, purtroppo, e usati da quasi tutti i pasticcieri per fare i i pasticcini della domenica.

Un’ultima puntualizzazione di tipo non nutrizionale. In virtù del fatto che l’olio di palma è un olio a basso costo, di facile utilizzo industriale, se ne fa un abuso spropositato. Tale abuso non è tanto un problema alimentare, quanto un problema etico. Questo abuso indiscriminato e irrispettoso, ha portato e tuttora ancora porta gravi ripercussioni sull’ecosistema e sul disboscamento delle foreste tropicali. Noi tutti, come consumatori attenti, potremmo boicottare tale pessimo andazzo, oppure incentivarlo. Possiamo sempre scegliere; e scegliere il meglio per la salute vuol dire anche scegliere il meglio per il pianeta.

Olio di palma cancerogeno, quanto c’è di vero?

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Un pensiero su “Olio di palma cancerogeno, quanto c’è di vero?

  • 25 Maggio 2016 alle 09:58
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    Grazie ottimo articolo e finalmente un pò di chiarezza su un argomento di grande attualità, tuttavia riprendendo un passo di questo articolo “preferite sempre cibi naturali e poco raffinati”

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